Il petrolio è liquido, facile da trasportare e impiegare nei dispositivi meccanici, e sprigiona circa 10 kWh per ognikg. Per ottenere la stessa energia di 1 kg di gasolio, occorrono almeno 3 kg di legna (più scomoda da tagliare, trasportare e produttrice di ceneri), oppure 15 m2 di pannelli fotovoltaici (EROEI circa 10) in funzione per un’intera giornata serena d’estate. Con il sole e il vento si può senz’altro produrre tutta l’energia elettrica di cui abbiamo bisogno, ma tenendo presente che si tratta di una fonte intermittente, e quindi bisognerà risolvere il problema dello stoccaggio energetico per la notte, le giornate nuvolose e l’alternanza stagionale.
L’idroelettrico è un’ottima fonte rinnovabile (EROEI 30-40) ma i luoghi dove costruire grandi dighe sono stati in gran parte già sfruttati. Con la legna si può fare calore(EROEI 30), oppure la si può distillare e produrre un gas comodo da bruciare a distanza, ma se volessimo usare solo legna al posto del petrolio che usiamo attualmente, raderemmo al suolo i boschi italiani nel giro di pochi anni, perfino le alberate cittadine, come del resto era già capitato durante l’ultima guerra mondiale, tra l’altro con esigenze di comfort e popolazione allora di gran lunga inferiori.
Lo stesso problema si avrebbe ricorrendo alla produzione massiccia di etanolo distillato dal mais o usando l’olio di colza (EROEI vicino a 1, troppo basso!): per far funzionare un’auto che percorra in media 20.000 km all’anno occorrono attualmente, considerando un’utilitaria che faccia 15 km con un litro, circa 1300 litri di combustibile, ottenibili da circa 1 ettaro di ottimo suolo agrario.
In Italia abbiamo circa 35 milioni di automobili, quindi un conto molto semplificato indica la disponibilità di 35 milioni di ettari: ebbene, l’intera superficie nazionale italiana, comprensiva delle pietraie montane e delle zone edificate, è pari a poco più di 30 milioni di ettari! Obiettivo irrealizzabile, anche nel resto del mondo!
Questi alcuni esempi, Dunque la soluzione energetica miracolosa non c’è, in attesa che (forse) arrivi una soluzione efficace che ora non si vede, l’unica via ragionevole è quella della massima efficienza – fare di più con meno – e del risparmio, tali da rendere sufficienti le fonti rinnovabili.
Una famiglia composta da tre persone e dotata dei più comuni elettrodomestici consuma circa 3200 kWh all’anno: se consideriamo un prezzo attorno a 0,2 euro/kWh otteniamo 640 euro. Il peggior divoratore di energia delle nostre case è il boiler elettrico, che assorbe circa 1500 kWh/anno: quindi se lo avete, sostituitelo con uno a gas, meglio se integrato con pannelli solari. Sostituire le lampadine a incandescenza con quelle fluorescenti a basso consumo usare elettrodomestici in classe A o superiore(frigorifero, lavastoviglie, lavatrice, meglio se con doppio ingresso dell’acqua calda di origine solare), spegnimento totale serale degli apparecchi dotati di standby tramite multiprese dotate di interruttore o togliendo semplice-mente la spina.
Vivo in una piccola vecchia casa nelle Alpi italiane occidentali. Il tetto è coperto da pannelli solari che forniscono tutta l’energia elettrica e l’acqua calda che mi servono.
Ho ridotto il consumo energetico isolando pareti e finestre, ho costruito un serbatoio per recuperare l’acqua piovana, per l’irrigazione dell’orto. Ho tagliato i costi dell’energia e le spese alimentari come anche le emissioni che causano cambiamenti climatici. Ho sviluppato una maggiore resilienza e sono più felice!
Meglio dunque prepararsi, subito, senza angoscia, ma con lucida alacrità: c’è molto lavoro da fare e, qualsiasi cosa succeda, non sarà lavoro buttato via, come insegna la favola classica della cicala e la formica. E per dare senso al nostro operato individuale di fronte alla schiacciante enormità dell’obiettivo, senza restare paralizzati, seguo ancora Raffaele Scolari (filosofo svizzero), che osserva come proprio le azioni semplici che il singolo può mettere immediatamente in atto, costituiscono«il luogo della libertà ove poter nuovamente essere sovrano di sé». Guardiamo dunque in faccia il precipizio e costruiamo il sentiero per discenderlo, consci che l’imprevedibilità dei dettagli che il futuro ci riserverà chiederà sacrifici, ma offrirà pure nuove opportunità, e forse più felicità. L’importante è non precipitare: chiodi, corde, scale, magari anche un deltaplano, potranno aiutarci.